In questo paesaggio di desolazione, la natura emerge come un simbolo di resilienza e di rinascita, offrendo una speranza di rinnovamento anche nei luoghi più dimenticati e trascurati dalla società.
Nel cuore di Torre Quetta a Bari, ho intrapreso un viaggio fotografico in un’area urbana dove il degrado assume una dimensione surreale, mescolandosi con la cruda realtà di un luogo abbandonato a se stesso.
Qui, le strade sono teatro di un’opera decadente, dove le case abbandonate si ergono come monumenti al passato, e i rifiuti e i pontili malmessi delineano un paesaggio urbano in rovina.
Ogni scatto racconta una storia di disfacimento e degrado, con le case una volta fiorenti ora ridotte a ruderi fatiscenti, i loro interni spesso occupati solo dalle ombre del passato e dalle presenze furtive della notte. Le strade, ormai deserte o frequentate solo da anime erranti, sono costellate da montagne di rifiuti, un triste monumento all’indifferenza e all’abbandono.
Nei campi circostanti, le erbacce hanno preso il sopravvento, ricoprendo ogni centimetro di terra con la loro rigogliosa crescita, come se la natura stessa stesse cercando di cancellare le tracce di quello che è stato.
Questo racconto è una rappresentazione evocativa, cerco di catturare non solo la decadenza fisica di Torre Quetta, ma anche l’essenza emotiva di questo luogo abbandonato. Ogni immagine è un’esplorazione dei confini tra la bellezza e il brutto, tra la speranza e il disincanto.