Un viaggio lungo una vita, sospeso tra memoria e presente, tra paesaggio esteriore ed interiore.
La Sciancalepore ci accompagna lungo una strada che conosce e che oggi la percorre con uno sguardo adulto, lucido, poetico.
L’autrice rilegge un tempo vissuto, tra dolore e sogno, lo restituisce come frammento di verità condivisa. Un atto d’amore, un atto di coraggio.
SINCOPE
Un viaggio che dura da più di 45 anni.
Cadenzato, ritmico, periodico.
Il paesaggio è cambiato nel corso degli anni ma le strade, la strada no…un viaggio che potrei fare ad occhi chiusi.
C’è un’inquietudine di fondo mista a dolore e gioia, a ricordi sfumati di me bambina, costretta in una Fiat 850 bianca guidata da mio padre.
Le domeniche trascorse in un posto che non capivo.
Dove le urla, i lamenti, il dolore, la sofferenza, le aberrazioni del corpo e della mente mi spaventavano.
Non capivo cosa fosse quel posto e perché esistesse.
Per tanti anni in quel viaggio, per non pensare, ho sognato ad occhi aperti principi azzurri che mi salvavano, folletti sorridenti che spuntavano dai cespugli lungo la via, case di pietre fatiscenti che trasformavo in castelli da favola.
Ma io ero una bambina che ora è una donna adulta.
Adesso guido io.
Ho voluto ripercorrere questa volta il viaggio, attraverso il mirino della macchina fotografica.
Immagini fugaci che corrono, come gli occhi di chi guarda dall’interno di una autovettura in viaggio.
Troppo veloci per godere del panorama, troppo veloci per fermare il tempo di una nuvola che passa…
Il coraggio della macchina fotografica mi ha permesso di raccontare una verità nascosta, un frammento di vita che è di tanti.
Il paesaggio è sempre una meraviglia per me, con i suoi colori accecanti, con le sue metamorfosi stagionali, con ancora quei sogni a occhi aperti ma un pò sbiaditi…
Quell’inquietudine c’è ancora.
Ci sarà sempre.
Amo mio fratello.
Lui è un’altra storia da raccontare…
Continuo a viaggiare.
Continuo a respirare gli alberi attorno.
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