Giangiacomo Rocco di Torrepadula in memoria di George Floyd ha realizzato una sequenza fotografica di una candela che si spegne, simbolo della transitorietà e della perdita, connessa a riflessioni universali che denunciano il razzismo. Da questo lavoro è nato un progetto di mail art partecipativo: l’artista ha inviato cartoline raffiguranti uno scatto della sequenza, invitando i destinatari a rilasciare un proprio pensiero per denunciare la violenza in ogni forma.
A POSTCARD FOR FLOYD
La mia esperienza a Matera, durante la rassegna MATERA L’ARTE CHE UNISCE – ottava edizione dedicata alle arti visive, curata da Carla Cantore, presidente di Matera International Photography, e Antonello Di Gennaro, direttore artistico – è stata arricchita da un incontro che porterò con me per lungo tempo. In quell’occasione ho avuto modo di conoscere Giangiacomo Rocco di Torrepadula e di scoprire il suo straordinario lavoro, culminato nel progetto A Postcard for Floyd.
Durante il suo incontro con il pubblico, sono rimasto catalizzato dalla qualità del suo racconto fotografico, nato in memoria di George Floyd, che descrive questa tragedia con una valenza, che io interpreto, discriminare ogni forma di violenza. La sequenza fotografica della candela che si spegne – nove fotogrammi che rappresentano i drammatici minuti in cui la vita di Floyd viene stroncata – mi ha molto colpito. Ogni scatto narra una fase: la fiamma che si affievolisce, il fumo che lascia un segno di presenza fino all’ultima scia che precede il buio assoluto che chiude la serie. Una metafora intensa ed intrisa di un dolore che genera una riflessione universale sulla condizione umana e sul razzismo.
Da questo nucleo visivo è nato A Postcard for Floyd, un progetto di mail art partecipativo che mi ha sorpreso per la sua potenza simbolica ed il suo approccio. Giangiacomo ha inviato circa 600 cartoline invitando i destinatari a rispondere con una frase, un disegno, un’immagine o qualunque espressione creativa che denunciasse la violenza. Il risultato è una collezione corale di pensieri, emozioni ed idee, che si intrecciano per formare una riflessione collettiva sul tema della violenza, del razzismo e della discriminazione.
Con un drappello di amici ho preso parte a questa iniziativa contribuendo alla diffusione di questo progetto che dimostra come il pensiero critico possa essere un veicolo potente per stimolare il dialogo e generare consapevolezza. A Postcard for Floyd è un esempio brillante di come i tanti partecipanti abbiano creato una lunga catena di solidarietà, contraria ad ogni forma di violenza, sottolineando quanto sia possibile accendere una luce di speranza per illuminare il cambiamento.
Hanno contribuito ad arricchire A Postcard for Floyd: Pamela Barca, Antonio Bergamino, Stefano Bergamino, Alessandro Capurso, Michele Carnimeo, Antonio Cola, Luigi Cola, le Donne ospiti della Casa Rifugio Antonella Russo, Francesco Fantucchio, Paolo Graziano, Giovanni Guacci, Stefano Iannaccone – direttore generale Foto Diego, Andrea Matarazzo, Salvatore Mazza, I Ragazzi di Villa Dora della Comunità Terapeutica de La Casa sulla Roccia, Gaia Troisi, Gennaro Vallifuoco.
https://www.facebook.com/giangiacomo.roccoditorrepadula
A Postcard for Floyd