Una nazionalità indigena spaccata in due dal petrolio.
I Cofán sono una delle undici nazionalità indigene che abitano la regione amazzonica ecuadoriana. Da oltre cinquant’anni i 9.571 ettari che costituiscono il territorio Cofán di Dureno, nella provincia petrolifera di Sucumbíos, fanno gola alle compagnie petrolifere.
Texaco e Chevron-Texaco prima, e PetroEcuador poi, hanno indelebilmente lasciato il loro segno nella comunità di Dureno. Hanno trivellato ed estratto petrolio in maniera scellerata, con gravissime conseguenze per l’ambiente e la salute dei circa 600 Cofán lì residenti.
Nel corso dei decenni, i petroleros, con la promessa di ingenti somme di denaro, hanno spaccato in due la società Cofán, dividendola in fazioni, una a favore e l’altra contraria all’ingresso delle compagnie petrolifere nel territorio.
Il 26 febbraio 2023 Eduardo Mendúa, leader della fazione contraria, è stato brutalmente ucciso a colpi di pistola. La sua morte ha segnato un punto di non ritorno. Non esiste più alcun contatto tra i due gruppi, sebbene vivano uno accanto all’altro.
Oggi ognuno di essi ha il proprio porticciolo su entrambe le coste dell’Aguarico (il fiume che delimita il territorio Cofán), la propria scuola, il proprio campo da volley, finanche la propria chiesa evangelica. Sono state formate ronde armate notturne a difesa delle famiglie apertamente schierate contro i petroleros.
L’inquinamento da petrolio. La chakra (sistema agroforestale tradizionale gestito dalle comunità indigene), la prima fonte di sostentamento dei Cofán, non produce più come un tempo; i pesci dell’Aguarico non sono più abbondanti; i cacciatori non trovano più la selvaggina; le piante sacre per lo yagé (decotto tradizionale in grado di indurre visioni) non danno più gli effetti di una volta.
Ancora, i Cofán bevono acqua piovana, contaminata, che provoca nei bambini continui dolori intestinali e diarree e nei grandi tumori allo stomaco. L’acqua dell’Aguarico, utilizzata per lavarsi, provoca forti dermatiti allergiche.
Come già detto, i Cofán di Dureno sono circa 600. Se pensiamo che in tutto l’Ecuador i Cofán non arrivano a 1.500 (in Colombia si aggirano attorno ai 1.800), risulta semplice comprendere come l’operato delle compagnie petrolifere rischi di annientare un’intera nacionalidad indígena.
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