DATA & ORA:
Dicembre 20, 2024 6:00 pm - 7:30 pm
LOCATION:
descrizione evento
OBIETTIVO
Presentazione a cura di Alessandro Cirillo, fotografo
L’Autore ospite nello store Foto Diego racconta il suo legame con l’America ed il sogno infranto.
PREMESSA
Il rapporto appassionato di Nicola Vigilanti con gli Stati Uniti risale al 1994. A 17 anni. Da allora, ha viaggiato più volte in questa America immaginaria. Nel corso degli anni, da fotoreporter, il suo sguardo si è affinato, così come i suoi pensieri, e delle belle amicizie si sono forgiate nella passione per il suo lavoro. Le fotografie di questo racconto, che documentano le vestigia del sogno americano al XXI secolo, scorrono davanti ai nostri occhi e fanno parte di una bella genealogia. A volte, possiamo riconoscere un omaggio a Joel Meyerowitz per i colori e a Matt Black per il bianco e nero; ispirazioni che Nicola trae da grandi fotografi, prolifici e stimolanti. Ma non solo.
DESCRIZIONE
Nel lavoro di Nicola Vigilanti, il passare del tempo è raccontato in molte fotografie e nei colori. A partire dagli anni Sessanta, il fotografo William Eggleston si è espresso attraverso la fotografia a colori, di cui è il moderno pioniere. Nel lavoro di Nicola, come in quello di William, ogni scatto sembra raccontare una storia di solitudine e di attesa. La ricca saturazione del colore non fa nulla per attenuare un presente infinito e desolato. Attraverso scene e oggetti apparentemente banali, entrambi riescono a sorprenderci con le loro inquadrature e la presenza insistente del colore. Guardando le foto di Vigilanti sulle stazioni di servizio, è difficile non pensare alle Twenty Six Gasoline Stations che il pittore americano Ed Rusha scattò sulla Route 66 nel 1963 e che poi pubblicò in un libro. Ispirata da Robert Franck e Walker Evans, la fotografia mostrava a Rusha “come appariva l’oggetto quando era steso”. Come filo conduttore, fondamento della sua creazione, un ponte, la fotografia incarnava una “realtà immediata che poteva essere integrata in un dipinto”. La mostra comprende anche 9 Swimming Pools (1968) e Some LA Apartments (1965). Sia in Rusha che in Vigilanti, l’umano è assente. Nicola Vigilanti ama dire che i lavori dei fotografi Matt Black e Meyerowitz sono le sue vere fonti di ispirazione. In effetti, ritroviamo le stesse atmosfere desertiche, gli stessi paesaggi desolati, la stessa realtà arrugginita, la siccità che increspa i volti e riduce in polvere il terreno. L’America degli invisibili è inscritta nelle ombre in bianco e nero di entrambi. La loro forza scaturisce dagli interstizi. Il colore ricco trasforma l’America in uno scenario. Come per il suo antenato, la messa in scena si deve alla casualità. La sua fotografia è il risultato di quel momento in cui la composizione e il gioco di luce si incontrano, frutto di una sorprendente simbiosi. Il pigmento è il loro linguaggio comune.
BIOGRAFIA NICOLA VIGILANTI
La fotografia è un’attività che mi consente di saperne di più sulla nostra società e di documentarla, a volte di trasmettere messaggi di sensibilizzazione. È un modo per essere impegnato, creativo e aperto alle opportunità. I miei progetti e le mie esperienze mi hanno permesso di evolvere nel modo in cui vedo il mio ambiente e di essere aperto a diversi formati di narrazione. La mia passione per il reportage e le questioni sociali mi ha portato a sviluppare progetti fotografici che integrano la fotografia in lavori più ampi, come la sensibilizzazione su questioni sociali e culturali. Mi sono laureato in Scienze Politiche in Italia (dove sono nato nel 1977) e vivo in Francia dal 2006. Attualmente vivo a Lione, dove lavoro come fotografo professionista. https://www.nicolavigilanti.net/ho
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